Tutto nacque da Chuck Norris.
Perché Chuck Norris, se esce per fare due passi, scala il Rolle, il Sella, lo Stelvio e il Pordoi in dieci minuti, poi torna… Da questo è nata l’idea-cazzata per il “giretto in moto di primavera”... Andre, neo-possessore/posseduto di un’aquila di nome Gwaihir Roby, da non troppo tempo possessore/posseduto di un'elica di nome Frau Bluker (hihihihihihihi)...
...entrambi non del tutto avvezzi al nuovo stile di guida rispetto alle vecchie custom, decisero di prenderla un po’ calma. “Facciamo un giro tranquillo”...“Sono in rodaggio”...“Non ci sono abituato”...“Conosco un posticino”... erano le frasi-tipo del pre-partenza.
Dopo una serata tranquilla a base di pizza al metro (stavolta conosco io un posticino, n.d.R.), birra, belinate varie, il 28 siamo partiti da Vicenza a un'ora assolutamente incredibile (8.25!!! Potenza della pignoleria) con idee adeguatamente confuse e destinazione non del tutto precisa:
Roby: "La sai la strada?"
Andre: "Non propriamente, ma le montagne sono di là..."
Le idee restano sempre, maledettamente, inequivocabilmente confuse...
Andre ha imposto un’inderogabile colazione a Bassano del Grappa (no, non a 'base di grappa', ma a b-a-s-s-a-n-o del g-r-a-p-p-a) con foto al mitico Ponte degli Alpini, per motivi nostalgico-canori. Il tutto con inaspettata visita al Museo degli Alpini, una commovente panoramica sulla storia militare d’Italia. Roby era in bagno. (a levarsi i sotto-pantaloni da moto perchè aveva un caldo incredibile, n.d.R.)
Sconfinati in Trentino, tappa alla chiesetta di S. Marco a Transaqua, anch’essa protagonista di una canzone, con panorama mozzafiato sulle Pale di S. Martino, poi Rolle e Costalunga, dove Andre, del tutto casualmente, conosceva un posticino in cui Roby ha mangiato il suo primo KAISERSCHMARRN (...del '78), pauroso frittatone tirolese con apporto energetico +18000 calorie.
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Dopo pranzo, ingrifatissimi, Canazei, il Sellaronda (passi Sella, Gardena, Campolongo, Pordoi) e la Marmolada (passo Fedaia), con inizio del declino fisico. Passo Falzarego, Valparola e TUTTA... no, dico TUTTA la Val Badia li abbiamo fatti praticamente senza sentire le braccia, ma decisamente contenti.
Giunti in albergo, tempo venti secondi e la camera era una bolgia dantesca. Dopo una cena, una cameriera che Roby avrebbe.... e una 'molto opportuna doccia', ci siamo dichiarati 'cadaveri', piombando in un sonno che neanche i cannoni di Navarone avrebbero potuto interrompere... (forse quelli del Curzo sì però... n.d.R.)
Anche il 29 la voglia di moto ci ha svegliato presto, facendoci partire verso le 8.30 da Campo Tures, pronti a tutto, soprattutto, passato il Giovo, a una mangiata di gulash e canederli al Biergarten della mitica Birreria Forst a Merano: ambiente fresco, cameriere in costume, birra buona, Andre nostalgico (era stata la sua prima birra).
Abbiamo proseguito con l’obiettivo di essere all’albergo entro le 17, sparandoci tutta la Val Venosta, dove Roby ha dichiarato di non aver mai visto tante mele in tutta la sua (inutile n.d.A.) vita. Ingresso in Val Mustair, Swizzera, valico del Forno e splendido discesone nel cantone dei Grigioni, fino alla galleria per Livigno. Entrata trionfale in albergo alle 16.45. Miscion accompliscd.
Va detto che Andre ha finito qui il rodaggio di 1.000 km, dopo il quale avrebbe dovuto portare la Guzzi a fare il tagliando. L’officina è a Genova, ovviamente. 700 km dopo. Le successive due ore le abbiamo passate all’agognato centro benessere levandoci di dosso il sudore e la stanchezza della giornata, da barboni a baroni.
Cena profescional, uischino e a letto abbastanza presto. A essere sinceri, ci hanno chiesto se ci saremmo fermati anche la sera dopo, che prevedeva cena tipica valtellinese, aperitivo, cosciotto di maiale arrosto, piano-bar e altre simpatiche amenità che Andre conosceva molto bene, ma dopo lunga ponderazione abbiamo dovuto declinare. Curzo, l’abbiamo fatto solo per te!
Il 30 la scimmia è uscita tardi dal piumone e siamo partiti con tutta calma dopo le 10, dopo aver fatto qualche spesuccia extra-doganale di prassi, inoltrandoci per la strada del Foscagno. A Bormio, un’incombente apocalisse sotto forma di nerissimo cumulonembo e 34 gocce di numero ci hanno indotto a non fare tappe di sorta. Sulla strada del Mortirolo migliaia di scritte sull’asfalto ci trasmettevano i fasti del Giro d’Italia, fino a raggiungere un paese dal curioso nome Monno...
Roby: "Siamo ar centro der Monno!"
Andre: "Ma vai a cagare, va'…"
Ponte di Legno, il Tonale (sempre con l’apocalisse incombente) e Folgarida (dove l’apocalisse, infine, ci ha raggiunto, ma neanche poi tanto). Da Madonna di Campiglio, poi, una tranquilla discesa verso le Valli Giudicarie, il Ballino e Riva del Garda, luogo in assoluto più trafficato di tutta la vacanza.
Il Curzo ci attendeva giustamente riverso nel suo giardino a Prada di Brentonico, che abbiamo raggiunto intorno alle 18. Ribaltati, stanchi, ma felici. In capo a due-tre ore abbiamo aggiunto ubriachi e coglioni agli aggettivi di cui sopra, l’apocalisse si è decisa a scaricarsi e siamo andati tutti a letto...
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